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scheda

Biringuccio Vannoccio

Vanoccio Biringuccio nacque a Siena il 20 ottobre 1480. Nelle lotte ricorrenti delle fazioni della città  tenne per Pandolfo Petrucci, dal quale ricevette vari incarichi minerari. Ebbe così il modo, nella sua lunga attività  professionale, di viaggiare e conoscere numerose miniere italiane e straniere. Sin da giovinetto fu a Boccheggiano (nell'allora Repubblica di Siena) intento all'escavazione e lavorazione del ferro per conto del Petrucci, così come egli stesso ci raccontò: " questo già  ne nostri lochi di Siena viddi per isperienta essendo anchor giovinetto, ne la valle di Boccheggiano, dove del magnifico Pandolfo Petrucci erano più edifitii a fabrica di ferro ordinati; et havendo io cura di farli lavorare, pigliai anchoe di quelle miniere di ferro, oltre a quelle dell'Elba,che convicine a quei luoghi si trovano, e de l'una e dell'altra vi vieni a fare certa buona pratica". Nel 1507 si trovò ai confini del Friuli e della Carnia, a 2000 metri nel comune di Forno Avoltri, a dirigere i lavori della miniera d'argento Monte Avanzo per conto di una società  mineraria veneta: "De La Miniera d' argento... n'ho veduta in quel di Venetia come in Carnia e in più altri luoghi di non posso d'averne veduta la migliore, anchor che molte cause vi sieno, ben che li più son di rame con argento infra le altre in el Monte di Durazzo dove io anchora già  intervenni in compagnia di certi gentilomini. Venne affarne lavorare uno più tempo e per sopra di me fu dato tutto il carico" Successivamente, visitò le miniere della Sassonia, in cui risulta che si recò almeno due volte. Poi si recò in vari luoghi minerari d'Italia. Non solo visitò le miniere, ma anche le officine metallurgiche. A Milano studiò con cura una fabbrica dove si preparava l'ottone: "De la pratica del far lo ottone;... in Italia, in la città  di Milano, la dove n'ho veduto lavorare e tenere gran quantità ..." Con molta probabilità  a Milano incontrò Leonardo da Vinci, il quale preso dai sui molteplici interessi tecnici, simili a quelli che lo stesso Biringuccio da anni studiava. Come egli scrisse visitò le valli Lombarde famose per le miniere e i forni fusori del ferro: "Necessita di aver uno o più forni, che così si chiamano certe maniche di grandissima tenuta di carbone formate nel vacuo simile alla figura che vi mostro qui designata. Et appeso a questi un gran paro di mantici tutti accostati al muro de la macchina a guisa dun palo tale che per altezza comunemente son tale sei alle otto braccia, li quali sono da una salda ruota de acqua..." La sua vita di ingegnere minerario-metallurgico non si arrestò. Sembra infatti che dopo Milano ritornò a dirigere le miniere di Boccheggiano. Studiò e descrisse tutti i minerali e le miniere all'epoca note, in special modo quelle dei suoi luoghi, fra le quali: "Del Antimonio e sua natura:....Di tali miniere dantimonio ne sono ancora assai nel contado di Siena infrà  le quali ne una presso alla città  di Massa,di Maremma e unaltra grande appresso a una città  chiamata Souana e questa li pratici isperimentatori dicono di essere la migliore.." "Del Vetriolo e sua natura....Quel che v'ho detto che si cava a Massa di Toscana...Cavane ancora a Travale e Monterotondo, a Santa Fiora,a Souana ed in molti luoghi del territoro Senese.." "Dell'Allume di Roccha e sua miniera...trovane anchora nel dominio di Siena, a Massa e a Monte Rotondo, fu del medesimo territorio in più luoghi. Anchor se ne trova nel contado di Piombino ed in quel di Volterra, a Campiglia..." Nel 1512 morto il signore di Siena Pandolfo Petrucci, il Biringuccio per motivi politici, dovette fuggire dalla sua città  perché fu accusato di avere falsato la lega con cui venivano costruite le monete della Repubblica. Bandito da Siena, continuò a peregrinare attraverso l'Italia acquisendo ulteriori esperienze anche nel campo dell'artiglieria e nelle fusioni artistiche. Nel 1523 poté ritornare nella sua città  ed ottenne la concessione per fabbricare salnitro in tutto lo stato senese. Ben presto, però, dovette fuggire nuovamente da Siena insieme a quelli della sua fazione politica. Di nuovo fu dichiarato ribelle. In questo periodo compì un secondo viaggio in Germania, poi andò a Firenze. Nel 1530 finalmente poté rientrare in Siena entrando al servizio della repubblica. Nel 1536 fu chiamato a Roma al servizio di Papa Paolo III come "Maestro della fonderia della Camera Apostolica" e direttore dell'artiglieria papale. La sua vita si concluse verso il 1539. Pochi anni dopo, nella seconda metà  del 1500, la "Camera Apostolica" (del quale il Biringuccio era stato il "Mastro Fonditore") inizierà  l'attività  siderurgica a Follonica. Questo portò alla realizzazione del forno fusorio, con funzionamento alla Bresciana, che all'epoca fu considerato il più potente in Italia.Della sua esperienza mineraria e dei sui studi Vanoccio Biringuccio ci ha lasciato il libro che può essere considerato il primo nel campo dell'arte mineraria-metallurgica: De Pirotechnia. Il libro, stampato a Venezia nel 1540, nell'anno successivo alla sua morte, fu tradotto in Francia e Germania. Nello stesso periodo, in Germania fu stampato insieme al libro del un Biringuccio altro libro dello stesso genere scritto dal tedesco Agricola "De Rerum Metallorum" (opera postuma stampata nel 1556). Si ha così un conflitto fra gli studiosi della materia per l'attribuzione del primo libro al mondo del genere minerario. A favore della tesi della priorità  del Biringuccio possiamo dire che quest'ultimo quando l'Agricola aveva solo 13 anni aveva già  diretto le miniere di ferro di Boccheggiano e dirigeva quelle d' argento del Friuli. Il Biringuccio è quindi da ritenersi un iniziatore e cultore di molte ed importanti discipline. Nonché uno dei fondatori, un secolo prima di Galileo e quasi contemporaneamente a Leonardo da Vinci, del metodo sperimentale nella chimica (dove si distacca dal precedente periodo alchimistico), e nella mineralogia ed anche nella scienza applicata. Studiò i giacimenti metalliferi e la pratica mineraria, ai quale portò notevoli contributi. L'intero campo della metallurgia fu da lui trattata come l'acciaio e l'ottone: saggiare i minerali e la separazione dei minerali come il piombo dal rame, l'affinare l'argento ed il piombo, il separare l'argento dall'oro e di preparare le varie leghe. Non solo Biringuccio ci insegna il modo di preparare metalli e leghe, ma anche l'arte della fusione e del getto dei metalli, del bronzo ed, in particolare, per preparare grandi masse lavorate o piccoli oggetti artistici. Viene da chiedersi se Leonardo avesse chiesto consigli al corregionale Biringuccio, maggior esperto dell'epoca di fusioni, per il getto in bronzo della famosa e mai realizzata dal genio statua equestre di Lodovico il Moro a Milano o se forse avesse in mente di farla fondere proprio dal Biringuccio. Purtroppo tali notizie non ci sono giunte. Sappiamo però con certezza che Leonardo conosceva l'opere di questo tecnico minerario che andava in giro per il mondo divulgando e facendo nuove esperienze dell'arte mineraria che aveva imparato nelle Colline Metallifere.

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