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The Sceptical Chymist

Articolo apparso sulla Rivista della Stazione Olii e Combustibili Chi è stato il padre della chimica moderna? Molti, ad una domanda del genere risponderebbero, Antoine Lavoisier, mentre altri, più addetti ai lavori storici, affermerebbero "Robert Boyle". Figura di spicco della scienza inglese del XVII secolo, Robert Boyle (1627-1691) per certi versi fu il primo a demolire le fondamenta dell'alchimia inferendo un duro colpo alla speculazione filosofica che per centinaia di secoli caratterizzò il lavoro di tutti coloro che si definivano alchimisti. Con Boyle la chimica uscì dall'acquitrino melmoso per sorgere nella sua intera maestosità  riscattandosi nei confronti della Grande Opera. Recenti studi però hanno dimostrato qualcosa che anche i più esperti non conoscevano circa la figura di Robert Boyle. Il suo profilo alla luce di quanto evidenziato è stato ritrascritto a vantaggio della più vera e stringente verità  storica. Il risultato di questo "re-make storico" posiziona, pertanto, il grande scienziato in un'area di transizione sottolineando che non solo egli era un convinto alchimista, ma anche uno strenuo sostenitore della trasmutazione metallica. Nell'opera di Boyle "The Sceptical Chymist" (1661) l'attacco all'alchimia non esisterebbe mentre risulterebbe evidente una forte posizione di contrasto contro quegli alchimisti che, a suo avviso, non erano degni del nome. Ciò che Boyle impiega come argomentazioni riguarda la bassa qualità  del lavoro di questi alchimisti già  da Paracelso denominati, in forma dispregiativa, "soffiatori di carboni". Il genio boileiano crebbe sotto l'influenza del protestantesimo calvinista che non lo abbandonò mai per tutta la vita imponendogli una rigida disciplina religiosa. Boyle si innamorò della chimica osservando dei poveri ammalati bisognosi di cure e lo spirito altruistico fece il resto. La chimica inglese all'epoca era insegnata, all'Università  di Oxford, e il primo laboratorio fu fondato da Elias Ashmole discepolo di Stahl; tutti illustri rosacrociani Ad Oxford Boyle passò la sua vita immerso nello studio delle scienze interessandosi di metallurgia, medicina, coloranti, gas e di tanti altri argomenti collegati. Difficile è definire quali esperimenti condusse nel laboratorio dell'Università , ma di certo essi costituirono la base su cui Boyle affrancò la propria formazione e propensione al criticismo scientifico che tanto lo contraddistinse. L'opera dello scienziato fu vastissima ed elencare tutto risulterebbe difficile, altresì una citazione particolare la meritano gli studi sul fosforo, sulla raccolta dell'idrogeno e degli ossidi di azoto, sull'aria e sulla sua compremibilità  e sulla distillazione sottovuoto. In conclusione si può affermare che la scienza sperimentale nacque proprio nel secolo XVII e che Boyle non fu "quel demolitore dell'alchimia di cui tanto si parlò alla fine dell'800. La nuova scienza ideata da tanti ricercatori di quell'epoca si stava affermando attingendo proprio dalle vecchie conoscenze. Alchimia e chimica vissero quindi per lungo tempo contemporaneamente pur non avendo alcunché che le affiliasse e i nuovi chimici poco si differenziarono dai vecchi alchimisti.

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