Il Ciarlatano e venditore di antidoti Il termine "ciarlatano" per indicare genericamente ogni tipo di imbroglione e di impostore è puramente attestato in lingua italiana fin dai primi anni del cinquecento ed ha conosciuto una tale fortuna da migrare in tutta Europa.Nel vocabolario della Crusca del 1612 essi venivano infatti descritti come "coloro che per le piazze spacciano unguenti, o altre medicine, cavano i denti o fanno giochi di mano che oggi più comunemente dicesi Ciarlatani, ...da Cerreto, paese dell'Umbria da cui soleva in antico venir siffatta gente, la quale con varie finzioni andava facendo denaro". La letteratura del cinque - seicento, è piena di aneddoti su questo argomento, ed addirittura furono composte delle opere a stampa, tra le quali lo "Speculum Cerretanorum" di Teseo Pini e "Il vagabondo ovvero sferza dà i vagabondi" di Raffaele Frianoro. Questo mestiere fu proibito dalle autorità dell'epoca e dal collegio dei Medici di Perugia nel 1577 che interdì la loro professione cerusica. Anche il Machiavelli usa il vocabolo "Cerretano" come sinonimo di medico ciarlatano, di finto medico, che vanta specifiche virtù nella sua famosa commedia "La Mandragola". Mons. Teseo Pini elenca già nel quattrocento 39 specializzazioni dei cerretani, alcune tra venditori, impostori e questuanti. Si tramanda anche che i cerretani dialogassero tra loro con un vocabolario alquanto oscuro, proprio per non farsi comprendere dalla gente che cercavano di truffare. Tav.n.25 della serie nota come "Le Arti per la via". Carta Filigranata "Reverenda Camera Apostolica" mm 280x195 Autore : Giuseppe Maria Mitelli (incisore) Annibale Carracci (disegnatore)Editore : Gio Iacommo Rossi (stampatore)Anno di pubblicazione : 1660 Note dell'Autore